ADDETTO CENTRI DI LAVORO

Sono sempre stato molto reattivo, sanguigno, pronto alla sfida, e da ragazzo
fin troppo esuberante in ogni cosa che facevo.

A scuola il classico ribelle, nello sport una testa calda, su un campo di calcio, di basket, di rugby e persino a pallavolo bastava poco a infiammarmi: uno sguardo storto, una parola sbagliata ed era subito rissa.

All’opposto, mio fratello era invece molto pacato, studioso, e pur essendo lui il fratello maggiore ero io a sentirmi la responsabilità di essere protettivo con lui.

Con gli anni e le esperienze, soprattutto con il matrimonio e la responsabilità di essere padre, sono profondamente cambiato.
Considero una fortuna che i miei due figli abbiano preso dalla mamma.
Se penso a come ero io alla loro età…

Andare a scuola proprio non mi piaceva, finite le medie con l’etichetta “non è portato allo studio”, il mio primo posto di lavoro è stata una stalla adattata a officina.
Io, il datore di lavoro e una taglierina. Produzione e posa serramenti.
Questo succedeva più di 30 anni fa. Anzi, effettivamente sono quasi 40.

La piccola officina è cresciuta, si è trasferita in un vero capannone, poi seguendo il mio capofficina vado in un’altra ditta di serramenti, passano gli anni, passano i decenni, arriviamo agli anni della crisi, nel 2015 l’azienda chiude, mi ritrovo a 48 anni in cerca di lavoro.

Mandi il curriculum, nessuna risposta.
Cominci a fare telefonate, appena dici l’età ti salutano.
Ti dicono di iscriverti alle agenzie interinali, ti propongono corsi per imparare a cercare lavoro attraverso i social network.

Un ragazzo che monta serramenti mi dice di provare in Tecnomont.
Chiamo un venerdì, faccio il colloquio il sabato, il lunedì comincio, dovevo fare i tre mesi di prova, dopo tre settimane mi assumono.

Sono passati cinque anni, adesso sono in Tecall, facciamo produzione per il gruppo Tecnomont, il lavoro mi piace tantissimo, c’è l’ambiente, c’è la voglia, la passione e la fiducia.

Durante il lockdown sono rimasto a casa solo una settimana, poi la chiamata: – Sei disponibile a fare dei lavori in ospedale?
Certo! Una liberazione, a casa a far niente non resisto.

In cinque anni ho visto l’azienda crescere continuamente, ogni anno un investimento e nuove sfide per migliorare come impresa, a partire da noi che ci lavoriamo

Prima nell’ufficio tecnico c’erano solo geometri, adesso nella progettazione abbiamo architetti e ingegneri, si capisce che siamo al passo con i tempi, o anche in anticipo, a ogni livello, nel progetto, in produzione, in cantiere, e parlo anche delle certificazioni, delle normative, delle prove e dei test.

Io ho ancora la mentalità del lavoro come attività di produzione, in officina non vieni a perdere tempo e alla sera vedi cosa hai creato, l’assemblaggio di un serramento sembra semplice ma in realtà è complesso.

Bisogna inserire barrette isolanti, guarnizioni, squadrette, angoli vulcanizzati e fare attenzione, perché l’alluminio è molto delicato, basta poco a rovinarlo, non è un lavoro difficile, ma ci vuole cura e passione.

Pensavo di sapere tutto in fatto di serramenti e invece ho imparato cose nuove, tagli mai fatti prima, strutture portanti, porte tagliafuoco, lavorazioni e prodotti con nuovi standard, utilizzando macchinari e tecnologie sempre più evoluti.

Penso ai serramenti motorizzati, sia a sporgere che con i motori all’interno, oppure alle gru con ventose che usiamo per posare vetri nelle cellule.
Adesso faremo anche serramenti in acciaio.

Paolo segue le cose, va in cantiere, in officina, parla con chi lavora, si informa, fa domande, quando è il caso fa osservazioni ma è capace anche di fare complimenti. Sa vedere avanti e coinvolgere chi ha intorno.

A volte in bacheca trovi un avviso con scritto “stasera aperitivo”, si brinda tra di noi per un lavoro, un compleanno o anche senza motivo, non ci sono clienti o persone importanti da impressionare, solo noi lavoratori, però ci sono le bottiglie buone, vini importanti, è da questi particolari
che capisci lo stile, lo spirito di squadra.